Ti svelo un segreto: mixare è SEPARARE.
“Ma come? Ma che dici??”, eh si caro il mio garzone, se è infatti vero e inopinabile che l’atto del missaggio consista nel mescolare i suoi, rendere il mix coeso, coerente, “tutt’uno”, in realtà i mix che funzionano sono poi quelli in cui succedono due cose:
- Ascoltiamo la musica, non il brano.
Cioè non ci sono dettagli che ci distolgono dall’ascolto dell’opera nel suo insieme, anzi un buon mix (vedremo) permette al brano di uscire fuori ed essere ascoltato per quello che è davvero.
- Riusciamo a distinguere il ruolo di ogni elemento, il suo posto nello spazio, i dettagli dell’ambiente fisico e immaginario in cui si volge la magia musicale, cioè: SEPARAZIONE TRA GLI ELEMENTI!
Dato che è più facile a dirsi che a farsi e che il percorso per questa consapevolezza tecnica è lungo (infinito anzi) e tortuoso, possiamo intanto iniziare questo viaggio con qualche consiglio di metodo.
In questo articolo trovi:
- Cos’è e cosa NON è il mix
- Ascolto e dichiarazione d’intenti
- Conclusioni
- Cos’è e cosa NON è il mix.
Per prima cosa è fondamentale fare chiarezza su alcuni aspetti, forse banali, ma che troppo spesso vedo sorvolati o addirittura travisati completamente sull’internet.
Mixare NON significa in nessun caso:
- Rimediare ad errori e sfondoni facendo cose assurde con i plugin. Se il pezzo non suona come dovrebbe prima del mix, probabilmente c’è qualcosa che non va nelle registrazioni, nell’editing e/o nella scelta dei suoni.
- Trasformare i suoni in qualcos’altro e cercare di rendere bello ciò che non lo è.
- Aprire un EQ e un compressore su ogni traccia.
- Spipolare finchè le cose non suonano in maniera accettabile e andare avanti a caso.
- APRIRE PRESET. (TI VEDO).
Piuttosto il processo di mix è una strada meravigliosa e un percorso di introspezione che consiste nel:
- Valorizzare la traccia su cui stiamo lavorando, portare in superficie l’idea originale e sottolinearne gli aspetti più importanti.
- Offrire il proprio tempo e la propria sensibilità artistica all’impatto con un’opera (specialmente quando lavoriamo per qualcun altro), lasciare che questa ci tocchi e ci cambi, imparare a comunicare all’ascoltatore questo cambiamento e il nostro rapporto con l’opera.
- Fare POCO in maniera PRECISA.
- Ascolto e dichiarazione d’intenti
Ma come faccio a fare poco in maniera precisa? Non temere giovane padawan, ti guiderò (per un po’) sulla via della mix.
La cosa più importante, sia per chi inizia, sia per chi già fa questo lavoro, è guadagnare la capacità di SAPERE COSA STAI FACENDO.
Non c’è modo di saperlo davvero se:
- non conosci a fondo ciò che usi
- non sai perché lo stai facendo
Per la prima il rimedio è studiare (anche per la seconda!), ti lascio qui il mio corso di mixing.
Per la seconda invece possiamo già iniziare a farci un’idea.
Se il tuo workflow è (più o meno) questo:
mi siedo al computer, apro il mix, ascolto, inizio ad aprire cose, sono attratto da un elemento, lo metto in solo, spipolo con il compressore, con l’eq, spipolo ancora, ascolto tutto in loop, rimbalzo da una traccia all’altra, oh mio dio sono passate 3 ore e 40, muovo threshold e attack a caso, ora sono sulle voci, come ci sono arrivato? non so ma mi piace come suona ora, fammi muovere questo, spipolo ancora con dei compressori sparsi, oh mio dio sono passate 6 ore, ca*zo mi piaceva come suonava 2 ore fa, ora come ci torno?
Allora frustrazione e mix fatti male sono praticamente inevitabile, ciò che invece stai evitando è tutta la goduria che deriva dal lavorare con cognizione di causa!
Il mixing è una forma di linguaggio con cui tu che mixi “racconti” il brano a chi lo ascolta. Il brano è il messaggio, l’arrangiamento è la forma, il mix è il mezzo. Se il mezzo non è chiaro e organizzato, nessuno capirà una mazza.
Per evitare sconcerto e confusione da parte dei tuoi ascoltatori, puoi fare dei primi passi che ti aiuteranno a rendere il mix un processo INTENZIONALE, seguimi in questa guida:
- Assicurati di lavorare in un posto confortevole, tranquillo e che ti piace davvero.
- Prendi carta e penna.
- Metti il telefono in silenzioso. Il multitasking non esiste.
Se uno solo dei passaggi non è completo, non andare avanti!
- Ora ascolta il brano fino alla fine, una sola volta (poi ti spiego perché). Dovrai fare attenzione.
- Mentre ascolti scrivi sul foglio tutto ciò che ti viene in mente di voler/dover fare quando mixerai: dove metterai quale plugin e per fare cosa, cosa farai su voci/batteria/basso e con quale obiettivo, come suonano le chitarre e come vorresti che suonassero, quale intervento sarà secondo te necessario per raggiungere quel risultato.
Questo passaggio è FONDAMENTALE e ti aiuterà in due modi:
- Ti aiuterà ad ascoltare davvero il brano, a dichiarare i tuoi intenti e ad avere più chiaro cosa vuoi davvero fare e perché.
- Ti lascerà in mano una lista di cose che il te del passato (ancora fresco di ascolto, emozionabile) ha notato, ha immaginato, ha fissato nella sua mente. Questa lista rispecchia le idee migliori (per ora) che puoi avere e soprattutto rispecchia l’unico vero ascolto originale, cioè quello di chi sente il brano per la prima volta!
Fin’ora non abbiamo toccato il mouse, lascia lavorare la mente finché è ancora fresca!
- Quando inizierai a fare il mix vero e proprio, esegui tutti i punti del tuo elenco di intenti, uno per uno, senza fare nulla che non sia scritto sulla lista. Se ti viene in mente altro segnalo e lascialo da parte per (forse) dopo.
- Non perdere la concentrazione, non lasciarti trascinare dagli istinti momentanei di fare altre cose che non hai scritto! È normale averne, il 99% delle volte è solo il nostro cervello che si ribella all’ascolto prolungato dello stesso, monotono, stimolo e cerca di farci cambiare qualcosa per sopportarlo.
Proprio perché il nostro orecchio e la nostra percezione si stancano e abituano facilmente agli stimoli, fare meno ascolti possibile è un modo per tenerli sempre attivi e freschi: evita di mixare MENTRE ascolti in loop la sessione (so che lo fai, non dire di no), altrimenti dopo 5 minuti non sarai più cognitivamente in grado di capire cosa stai facendo. Sentirai ma non potrai ascoltare, funzioniamo così, stacce.
Piuttosto un buon metodo è:
- Apri i plugin e impostali (sempre secondo la lista) mentre la sessione è in pausa, saranno tutti secondi di silenzio guadagnati.
- Metti in play e ascolta, aggiusta le impostazioni, per non più di 5-10 secondi.
- Metti in pausa per almeno 10-15 secondi, se serve aggiusta qualcosa facendo ipotesi.
- Se serve ripeti dal punto due, se hai raggiunto l’obiettivo sulla lista, cancellalo e vai avanti.
Nel tuo prossimo mix, prova ad iniziare così e vedi se, quantomeno, cambia il livello di coscienza con cui prendi le decisioni, il senso dell’orientamento nella sessione dopo ore di lavoro, il senso di soddisfazione e concretezza di un lavoro svolto e riuscito.
Sapere cosa si fa e perché, prendere delle scelte vere e proprie significa anche:
- Liberarsi dallo stress di sbattere la testa contro qualcosa che non si capisce.
- Rendere il proprio lavoro più bello.
- Guadagnare la capacità di esprimere se stessi e creare un proprio stile di mixaggio!
Questa riconoscibilità, poi sarà il vero elemento a dare valore alle tue produzioni e a farti lavorare. Non avere paura di iniziare a fare scelte tue, anche estreme, ma RICORDA:il mix è fatto di tanti PICCOLI interventi che nella somma generano un GRANDE risultato. Pochi punti di colore sono in grado di dare armonia all’insieme, tutti i colori insieme danno sempre il MARRONE!
- Conclusioni
Quello che hai appena letto è una parte del metodo di mix che ho sviluppato e che insegno ai miei allievi dell’Academy, il senso è ripartire dalla coscienza e dalla conoscenza in un mondo (quello della produzione musicale) dominato da dogmi, ricettine, regolette impartite e apprese senza mai chiedersi il perché di nulla.
Ma il lavoro che amo deve fiorire, creare nuova passione, proporre una strada diversa e alternativa anche a te che leggi e che, forse, desideri prendere la musica davvero sul serio, piuttosto che continuare ad aprire preset!
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