Se senti sempre dire che il master è l’ultimo passaggio prima dell’export, che è fondamentale per la qualità della tua musica, che è come il “photoshop” della musica o che serve a “POMPARE FORTE”, potresti avere (non per colpa tua) le idee molto confuse su cos’è DAVVERO il mastering.
Mettiamoci una toppa.
In questo articolo trovi:
- Differenza tra mix e master
- Perché fare il master dei tuoi brani
- Perchè NON fare il master dei tuoi brani
- Conclusioni
- Differenza tra mix e master
Per prima cosa, banale ma importante, bisogna capire davvero che differenza c’è tra il processo di mixing e quello di mastering:
- IN MIX:
- Trattiamo tracce grezze, solo registrate o leggermente (e a volte malamente) pre-trattate.
- Possiamo creare e modificare il bilanciamento di ogni singolo elemento lavorando sulla sua risposta in frequenza (equalizzazione), dinamica (compressione) e stereofonia (fase, effetti, panning).
- L’obiettivo è quello di ottenere la giusta separazione/coesione degli elementi (è un’assurdità? Leggi questo articolo!) in modo da avere una traccia ben leggibile e dettagliata sotto tutti i punti di vista.
- Non esiste un mix giusto e uno sbagliato! Esistono scelte coscienti o scelte fatte a caso, l’importante è decidere e far sentire le proprie decisioni!
- Una volta finito il mix, si esporta e si stampano le scelte in maniera indelebile!
Questo è un brano a fine recording:
AUDIO 1
Mentre questo è doppo il mix:
AUDIO 2
- IN MASTER:
- Trattiamo la traccia stereo che abbiamo esportato, non c’è più modo di intervenire sui singoli elementi!
- Usiamo pochi processori, in maniera mirata, senza esagerare.
- ascoltiamo l’intero brano, non più gli strumenti e i loro rapporti nella somma. Può sembrare semplice ma questo cambia tutto!
Questo è il brano di prima, dopo il mastering:
AUDIO 3
- Ma..
- Perché fare il master dei tuoi brani
Proprio per questi motivi di cui sopra, è fondamentale cambiare totalmente mentalità e smettere di focalizzarsi sui dettagli del singolo strumento. Bisogna capire da subito che il mastering ha come obiettivo cose completamente diverse da mixing, come ad esempio:
- BILANCIARE LA RISPOSTA IN FREQUENZA DEL MIX
- Usando l’equalizzazione sul master andremo a creare LEGGERI interventi che vanno a bilanciare il colore del mix e a smussare o sottolineare i dettagli della somma che ne hanno bisogno.
- BILANCIARE LA RISPOSTA STEREO DEL MIX
- Anche il modo in cui il mix risponde a livello di apertura stereo (la dimensione orizzontale e di profondità che avvertiamo) ha bisogno di cura e possiamo farlo usando processori che ne regolino l’intensità sulle varie bande in frequenza. Ad esempio l’eccessiva stereofonia sulle basse o la mancanza di definizione delle medie e del side in alto, possono normalmente creare confusione e “sfocature” nell’ascolto.
- BILANCIARE LA DINAMICA DEL MIX
- Questa è la parte più importante del master! Il bilanciamento dinamico che si ottiene con l’adeguata compressione, saturazione e limiting, ci permetterà di rendere uniforme la percezione del brano nel nostro ascoltatore e di consolidare i dettagli ottenuti durante il nostro duro lavoro di mix.
- CONSOLIDARE LE SCELTE FATTE IN MIX
- Se il mix è la fase in cui si compiono delle scelte, anche molto personali, il master è invece il momento di ascoltare da veri tecnici. Osservare e capire i livelli e i grafici, sapere bene quali sono gli obiettivi in fatto di loudness e di richieste del brano, saper evitare di rendere il master troppo violento, sono i requisiti minimi per valorizzare il mix invece di rovinarlo completamente!
- RENDERE IL MIX ADATTO AD ESSERE RIPRODOTTO OVUNQUE
- Tutto questo processo renderà il brano in grado di essere suonato sui vari dispositivi e sulle piattaforme digitali, limitando al minimo (non eliminando) i problemi di riproduzione e le distorsioni.
- Perché NON fare il master dei tuoi brani
Ora che sai perché dovresti fare il master, penso che dovresti anche sapere perché NON farlo!
Quello del mastering è un processo estremamente tecnico e quindi estremamente delicato: se non si è sicuri di cosa si sta per fare o del perché, è quasi inevitabile distruggere un buon mix e renderlo piatto e impersonale.
Le strade sono due:
- Non fare il master e cercare di raggiungere un buon mix (consiglio comunque, alla fine, di mettere un limiter LEGGERISSIMO sul master prima di esportare), pubblicare il mix così com’è e sfruttare l’occasione per avere una maggiore dinamica e naturalezza del brano.
Di contro c’è da dire che avrai sicuramente un export con molta meno loudness, con un bilanciamento stereo e in frequenza molto meno definito, meno dettaglio e profondità in generale.
Questo è un brano con un mix bilanciato:
AUDIO 4
Questo è lo stesso brano con un master fatto male:
AUDIO 5
- Far fare il master a qualcuno che lo sa fare, con cui confrontarti e che ti faccia assistere al processo.
- Conclusioni
Ora che hai più chiaro cos’è e a cosa serve il mastering, avrai anche capito quanto è davvero importante.
Se hai dei brani che secondo te necessitano di questo processo, puoi sottoporceli GRATUITAMENTE, scrivendoci su Smartstudio e allegando i tuoi mix: sapremo risponderti e consigliarti al meglio sul lavoro da fare, sempre “AGGRATIS”!
Che aspetti??
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